Pubblicato da Iso il rapporto annuale riferito al 2010 (iso-survey2010).
Alcuni commenti dei dati:
- Iso 9001: l’Italia si conferma al secondo posto in ambito mondiale, con circa 140.000 organizzazioni certificate, poco meno della metà del leader di “classifica”, cioè la Cina. Da rimarcare l’incremento di certificazioni nella Federazione Russa (terzo posto). Per quanto riguarda l’Italia, da segnalare anche il tasso di incremento annuo, quasi 9.000 nuove imprese certificate nel 2010, che dimostra il mantenimento di un trend di sviluppo del settore;
- Iso 14001: Italia al 4° posto mondiale, con poco più d 17.000 imprese certificate, in crescita ad un tasso di incremento annuo di +2.500 nel 2010. Anche in questo caso, da rimarcare l’elevato tasso di crescita del settore;
- Iso/TS 16949: nell’automotive, focalizzato su produttori e indotto dello specifico settore, numero molto più contenuti, cioè 1.118 certificazioni complessive in Italia (8° posto mondiale), ad un tasso di crescita molto ridotto: +48 nel corso del 2010;
- Iso/Iec 27001: anche per il settore della sicurezza IT, numeri contenuti per l’Italia, cioè 374 organizzazioni certificate, ma con un buon incremento di +77 nel corso del 2010;
- Iso 22000: nell’ambito del Food safety management system, l’Italia non compare nella top ten, nè in termini di certificazioni totali, nè di incremento annuale. Dato particolare, considerando che l’eccellenza produttiva alimentare è uno dei fiori all’occhiello del made in Italy;
- Iso 13485: nell’ambio del medicale ritroviamo l’Italia al 3° posto mondiale, sebbene con numeri ridotti: 1881 certificazioni complessive, ma incrementate di +772 nel corso del 2010. E’ l’incremento più rilevante riscontrato dai dati di certificazione per il nostro paese. Da rimarcare anche la configurazione della top ten delle nazioni, per imprese certificate 13485. Infatti, troviamo al primo posto USA, poi RFT, quindi, nell’ordine, Italia, UK, Svizzera, Francia, Giappone, soltanto 8° la Cina e 9° la Rep. di Corea; decimo il Canada. Chiunque conosca lo standard 13485 non faticherà a comprendere le ragioni della diversa configurazione della “classifica” di questo standard rispetto ad altre di cui abbiamo scritto in precedenza.
Andrea Lenzi